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carte regionali

Italia

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STILI REGIONALI - III

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pagina 1
stili regionali - I parte
pagina 2
stili regionali - II parte
pagina 4
stili regionali - IV parte
pagina 5
stili di fantasia


Le pagine 3 e 4 offrono una breve descrizione individuale di ciascuno degli stili, presentati in ordine alfabetico; le illustrazioni sono le stesse delle pagine precedenti, con qualche particolare aggiuntivo.



Bergamasche
Diffusione: Bergamo
Nº di carte: 40


È un tipico stile italiano settentrionale, con un aspetto grafico piuttosto sobrio e figure a doppia testa, che conserva ancora alcuni particolari legati ai primi tarocchi lombardi (cfr. la galleria dei tarocchi, pagina 5). L'asso di Coppe, a forma di fontana sormontata da un cupido alato, è ispirato alle insegne della famiglia Sforza (seconda metà del XIV secolo), mentre le figure di Bastoni hanno in mano mazze dalla testa larga, che corrispondono a quelle del tarocco visconteo indicato come Cary-Yale, coevo.
Fra le caratteristiche distintive, i Denari sono colorati in rosso e nero, mentre l'asso di questo seme è un semplice cerchio giallo/arancio; in una recente edizione di Modiano il tradizionale cerchio è stato sostituito con un grosso segno del seme (illustrazione a sinistra). Invece l'asso di Bastoni ha la parola "VINCERAI", cfr. anche espressioni e proverbi.
Le Bergamasche sono anche conosciute per il fatto che alcune edizioni contengono due coppie di carte aggiuntive: hanno una serie di numeri dall'1 all'8, e talora anche dall'1 al 10. Il loro uso è quello di aiutare i giocatori a tenere il conto dei punti, particolarmente a Scopa. Talora hanno i dorsi di colore diverso da quello delle carte del mazzo.




Bresciane
Diffusione: Brescia
Nº di carte: 52


Un altro stile del nord Italia, dalla caratteristica larghezza ridotta, ma di lunghezza normale.
Non sono molto diverse dalle precedenti, ma i simboli dei semi sono un po' più elaborati, mentre le figure sono a testa singola, e appaiono più rustiche, quasi sproporzionate (grandi braccia, gambe corte, con volti non colorati).

Le Bresciane sono l'unico stile italiano a non esistere in una versione a 40 carte.




Fiorentine - vedi Toscane, pagina 4



Genovesi
Diffusione: Genova (e zone limitrofe)
Nº di carte: 36 - 40 - 52


Stile a semi francesi, molto simile a quello franco-belga. Le dimensioni delle carte sono quindi più large che in altri stili regionali, più o meno quanto un mazzo da Poker.
Le carte non figurate sono assai semplici, senza indice, mentre le figure sono elegantemente decorate, e i personaggi indossano gli stessi abiti dei corrispettivi francesi. Le poche differenze con quest'ultimo stile sono esposte dettagliatamente nella galleria francese; comunque, quella più evidente è la suddetta assenza degli indici.
Fra le carte regionali italiane, solo le Genovesi hanno una linea di divisione diagonale per le figure.

Le carte Genovesi esistono in tre versioni, sebbene quella a 36 carte sia divenuta quasi obsoleta.



Lombarde (o Milanesi)
Diffusione: Milano (e dintorni)
Nº di carte: 40

Un altro stile a semi francesi, ma stavolta le carte sono assai più sottili. Anche le loro illustrazioni appaiono completamente diverse dalle precedenti, più delicate e ricche di dettagli, e un po' ricordano lo stile svizzero a semi francesi.
Le figure sono doppie, ma con una linea di divisione orizzontale.
Fra le caratteristiche del mazzo, il fante di Fiori indossa un corpetto con su effigiato un biscione, simbolo che compare nello stemma di Milano dal XV secolo (in dettaglio qui a sinistra, dall'edizione di E.Pignalosa, 1950 c.ca).
Questo stile è l'unico ad essere prodotto in una variante denominata Lombarde Estero, in particolare per i cantoni svizzeri di lingua italiana, prossimi alla regione.
È curioso che questa varietà da esportazione abbia le stesse illustrazioni di quelle standard, ma con l'aggiunta di due piccoli indici negli angoli; le figure hanno il loro nome scritto per esteso in verticale, come si vede in dettaglio qui a destra.



Napoletane
Diffusione: Napoli (e il sud)
Nº di carte: 40


Un mazzo molto conosciuto per via della sua grande popolarità, le Napoletane sono forse uno degli stili meno antichi, avendo raggiunto l'aspetto attuale forse nella seconda metà dell'800; la pettinatura e i grossi baffi che portano molti personaggi (soprattutto i re) era tipica di quegli anni.
I Denari hanno un motivo a stella, con minuscole facce su ciascuno dei segni; sull'asso appare un'aquila a due teste (in tutti gli altri stili meridionali è a testa singola).
Il mazzo è a testa singola.





Fra le carte con dettagli di maggior rilievo, il più riconoscibile è il 3 di Bastoni, con una faccia baffuta, mentre il 5 di Spade mostra scene da una semina; il cavallo dello stesso seme è un Moro, che indossa un turbante e tiene in mano una scimitarra (tale dettaglio, però, compare anche in altri stili).



Piacentine
Diffusione: Piacenza (e molte aree del centro e del nord)
Nº di carte: 40


Anche le Piacentine sono un mazzo ben conosciuto, e vengono usate in un territorio forse anche più esteso di quello delle Napoletane. La loro dimensione è assai più lunga e stretta di qualsiasi altro stile centro-meridionale, suggerendo quasi un punto di contatto con quelli settentrionali.
Nate nella città di Piacenza, queste carte si sono diffuse nelle regioni italiane del centro durante l'800, quando i territori dello Stato Pontificio si estendevano fino al nord, toccando la città anzidetta. Forse l'aspetto finale venne raggiunto in quegli anni.

Le vecchie edizioni delle Piacentine avevano figure a testa singola (come qui a sinistra), una condizione comune a tutti gli stili antichi. Ma nel corso della prima metà del XX secolo cominciarono a comparire quelle a doppia testa, che alla fine divennero la varietà standard, mentre quelle a una testa furono completamente abbandonate. Questo è l'unico fra gli stili regionali italiani ad aver subito un simile cambio di figure, ma ha avuto luogo anche altrove, ad esempio in Germania.

Le illustrazioni delle Piacentine sono fra le più rifinite degli stili centro-meridionali, in quanto fondono l'aspetto tradizionale dei semi (Denari gialli con facce rosse, Coppe rotonde, Bastoni foggiati a randello, ecc.) con una notevole ricchezza di dettagli, soprattutto nelle figure.
Fra le note distintive, la carta più riconoscibile è l'asso di Denari, che raffigura una grande aquila coronata. Nella prima metà dell'800 l'aquila recava una moneta (a destra), e il bollo d'imposta si poneva sul 4 di Denari (a sinistra).

Più tardi il bollo venne spostato sull'asso, dove fu creato a tale scopo uno spazio bianco di forma circolare, mentre la parte centrale del 4 di Denari venne riempito con uno stemma di città (in genere quello della città del fabbricante), oppure anche solo il logo della marca.

Nel 1972 la tassa fu abolita, e lo spazio bianco rimase vuoto. Di recente, qualche produttore ha cominciato a riempire di nuovo questo spazio, col proprio logo oppure con un segno del seme di Denari (cfr. illustrazione qui a sinistra).

Le carte Piacentine sono stapate anche da un certo numero di produttori esteri, a beneficio di immigrati e giocatori di discendenza italiana.

Queste edizioni riproducono fedelmente il disegno standard, con una curiosa eccezione: l'asso di Spade privo di cherubino che fa parte del mazzo stampato da Grimaud (Francia), mostrata qui a destra a confronto diretto con l'asso tradizionale. La stessa edizione francese reca scritto sulla confezione "carte tipo Bologna", il che potrebbe indurre in errore.




Piemontesi
Diffusione: Piemonte
Nº di carte: 36 - 40 - 52


Strettamente correlate alle carte di Genova, questo stile a semi francesi ha dimensioni simili, un'analoga varietà di composizioni (36, 40 o 52 carte), e le figure che non si discostano molto da quelle delle Genovesi e delle Franco-Belghe, sebbene la loro linea di divisione sia orizzontale, e quindi facilmente distinguibili dagli stili anzidetti.

Un'altra caratteristica degna di nota è che tre dei quattro assi sono decorati da una ghirlanda disposta attorno al semplice simbolo del seme. Nella maggior parte delle edizioni l'asso di Cuori è l'unico privo di questa decorazione, essendo la carta che recava il bollo d'imposta; tuttavia in alcune edizioni recenti la ghirlanda compare su tutti e quattro gli assi. Quest'ultima può essere dello stesso colore del seme (due rosse e due nere), oppure nera su tutti e quattro gli assi.
La figura a lato mostra un confronto fra gli assi di Modiano e Dal Negro (prima fila), e di Masenghini e Demon's (seconda riga).



Primiera Bolognese
Diffusione: Cento (Bologna)
Nº di carte: 40


Questo è lo stile più a meridione fra quelli del nord, ed anche quello il cui effettivo uso è andato restringendosi all'area geografica più circoscritta.
Il nome gli deriva dalla Primiera, un gioco di presa di cui si fa menzione in documenti che risalgono al XVI secolo, e che a quei tempi era molto diffuso. Tale gioco è ora pressoché estinto, e l'uso delle carte con questo stile si è spostato geograficamente verso Cento. Tuttavia questo rimane l'unico fra i mazzi regionali italiani a non portare solo un nome geografico.
Lo stile è lo stesso delle carte dei semi del Tarocco Bolognese (cfr. i tarocchi regionali), dal quale è chiaramente derivato, ma in questo caso le 40 carte si adeguano al classico schema dei valori dall'1 al 7 più le tre figure usuali.

Le dimensioni del mazzo sono piuttosto sottili, e le illustrazioni semplici ma eleganti, con colori decisamente intensi. Le figure sono a testa doppia, ma in effetti tutte le carte del mazzo hanno simboli disposti simmetricamente (cioè qualsiasi carta potrebbero essere considerata a testa doppia), con la sola eccezione dell'asso di Denari, un semplice fregio nero che contorna lo spazio per il bollo d'imposta.
L'asso di Spade ha una forma insolitamente ricurva, e termina con una testa d'aquila (vedi figura), mentre un altro particolare curioso è che nel seme di Bastoni le mazze sono unite fra di loro alle estremità.




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